MOVIMENTI

 

L'anno appena trascorso ha visto cambiare totalmente il quadro politico dei nostri dirimpettai del mediterraneo: Ben Alì in Tunisia è stato costretto a fuggire, trovando ospitalità presso i Paesi Arabi ed è stato costretto a mollare i suoi vasti interessi economici e politici (che hanno compreso anche, a suo tempo,  l'ospitalità a Bettino Craxi ) ; Mubarak in Egitto ha dovuto cedere lo scettro del comando per nuove elezioni e per governi di transizione, (si dice),  manovrati da militari; Gheddafi,  da potente capo di stato, ossequiato e protetto da guardie del corpo forse unico al mondo, composto da belle formose e atletiche amazzoni, ha subito la sorte peggiore perchè  costretto a scappare a nascondersi e ucciso appena riconosciuto. Tutto ci indica un panorama che sembrava fortemente solido appena poco tempo prima e che invece di fronte alla reazione dei popoli stanchi di subire e decisi a cambiare, in breve tempo ha letteralmente  stravolto il panorama politico. Le conclusioni sono premature da definire ma certamente sono significative della fragilità che ogni sistema nasconde quando si superano i limiti di sopportazione dei popoli.

Nel nostro paese  si contano tanti anni di democrazia e tante differenze che ci mettono al riparo da insurrezioni popolari dettate dalla disperazione, tuttavia gli ultimi tempi  hanno evidenziato una terribile corsa ai privilegi ai saccheggi da parte dei politici, nonchè una dilatazione smisurata di apparati politici che da soli ormai riescono a consumare tutte le risorse che i cittadini, dai più poveri (vedi aumenti dell'iva e della benzina) fino ai più ricchi e valenti imprenditori,  debbono continuamente versare alle casse dello stato che non solo è paralizzato sulle opere pubbliche ma non aveva più soldi per la gestione corrente dei pubblici impiegati, tanto che si è dovuto inventare, un Mario Monti, per riempire nuovamente le casse dello stato e forse anche per continuare a foraggiare i privilegi di deputati, senatori, portaborse, consigli regionali, province comuni consigli di quartiere nonchè quell'esercito di macchine blu, autisti scorte e amici che assicurano la cura dell'elettorato e tutto quanto continua ad avere poca attinenza con la democrazia, la meritocrazia e la parità di diritti, nonchè con la partecipazione dell'Italia a consessi più ampi di vita civile.

Cambiare personaggi e musica è assolutamente necessario ed urgente, il come ciò dovrà avvenire è riservato al futuro, tutti ci auguriamo che l'esempio dei nostri colleghi dirimpettai non debba mai essere imitato.