MASTRAPASQUA

Complimenti ai nostri politici che si accorgono solo ora che alcuni incarichi sono incompatibili con altri.

riferisco in sintesi cosa dice qualcuno bene informato:

Mastrapasqua con la moglie L'ingordigia per le sedie è una malattia di famiglia a casa Mastrapasqua. Lui, il superpresidente delle pensioni, si è fermato a 9 incarichi dopo aver strabordato fino a venticinque negli anni passati. La consorte, Maria Giovanna Basile, nativa di Avellino, classe 1962, commercialista di professione, accumula 20 presenze nei collegi di sindaci delle più svariate aziende, dalla Rai ad alcune controllate dell'Aci, dall'Acea ad aziende sanitarie fiorentine e romane, dall'impiantistica all'immobiliare, dalla consulenza e pianificazione aziendale, a una merchant bank. Una coppia incaricata, verrebbe da dire.

Una coppia della Roma borghese, casa ai Parioli, studi ai Parioli. Fuori dalla politica nazionale fino al 2004 (quando Antonio viene cooptato in quota Forza Italia nel Consiglio di amministrazione dell'Inps), ma già immersa nella politica e negli affari capitolini da molti anni prima. Decisivo, nell'ascesa di moglie e marito, il legame con Alfredo Antoniozzi, prima democristiano poi forzista, che sfidò, perdendo, Nicola Zingaretti alle elezioni per la Provincia di Roma; ma anche, se non soprattutto, l'amicizia di Antonio Mastrapasqua con Giampaolo Letta, figlio di Gianni, nata al Liceo del San Leone Magno. Un sodalizio che non si è mai interrotto e che si è esteso al padre, gran regista delle trame del potere nel ventennio del berlusconismo.E che ha portato su, sempre più su, il commercialista romano fino alla presidenza del Grande Inps, che ha inglobato in sé praticamente tutti gli altri enti previdenziali, dall'Inpdap all'Enpals. E da lì a tutti gli altri incarichi, presidenza di Idea Fimit, vicepresidenza di Equitalia, presidenze di collegi di sindaci, partecipazioni in altri collegi. Nove incarichi in tutto, ha precisato Mastrapasqua. Come se fossero pochi.

Ma non c'è solo Antonio. La moglie ne ha di meno importanti di incarichi, ma sta sempre lì dove la politica e gli affari si intrecciano, dove tirando i fili si può arrivare al centro dei poteri. E dei potenziali conflitti di interesse. È nel collegio dei sindaci della Rai, l'azienda dei partiti e dell'antica lottizzazione. Presente pure nei collegi di due importanti società controllate da Viale Mazzini: Rai Way (installazione impianti) e Rai Cinema.

Poi ci sono le controllate dell'Aci, l'Automobile club d'Italia. Anche qui non si risparmia lady Mastrapasqua: Aci Global (servizi di sostegno all'impresa), Aci Infomobility, Ventura (agenzie di viaggio e tour operator), Aci Vallelunga (gestione impianti sportivi), Targasys. Nell'arcipelago dell'Aci, però, la Basile ci è arrivata, presumibilmente, non per legami coltivati con il consorte, bensì attraverso il suo socio dello studio di consulenza, Guido Del Bue, figlio di uno storico dirigente dell'ente parapubblico.
Non basta. L'Acea ai non romani dice poco, ma in città è un po' come Mediobanca per Milano: chi conta vuole esserci perché sa che molte partite chiave si giocano proprio lì. Clamoroso è stato il braccio di ferro, nell'ultima campagna elettorale, tra il candidato sindaco Ignazio Marino e il costruttore-editore Francesco Gaetano Caltagirone, per il ricambio dei manager di Piazzale Ostiense. E nell'Acea c'è anche una poltrona occupata dal signora Mastrapasqua: è sindaco con scadenza fino all'approvazione del bilancio al 31 dicembre 2014.

Più difficile da esplorare il capitolo delle aziende impegnate nel settore della sanità delle quali la Basile è membro del collegi di controllo. Sono più d'una, fiorentine e romane. C'è la Santa Chiara Firenze, società attiva nei servizi ospedalieri; e anche la Giomi Rsa che opera nel settore delle case di cura per lunga degenza.

Poi aziende in altri campi: dall'impiantistica (la Ecosuntek di Gualdo Tadino in provincia di Perugia) all'immobiliare (la Salic e la Giomi real estate); dalla consulenza e pianificazione aziendale (la Giomi spa, che sta per Gestione istituti ortopedici nel mezzogiorno d'Italia, e anche la Cappellani Giomi spa). OAS_RICH('Bottom'); C'è anche infine una merchant bank (la Finemi spa). Venti sedie. Tante. Che, nella passata legislatura, fecero insospettire il senatore Elio Lannutti (Idv) il quale, in una interrogazione scritta, domandò al governo se riteneva che potessero configurarsi possibili conflitti di interesse proprio per il delicato ruolo che esercitata il marito. La risposta non c'è mai stata.

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